PEDAGOGIA - Personalisti e marxisti di fronte all'educazione
Jacques Maritan
Secondo Jacques Maritan (1882-1973) l'uomo è un essere dotato di ragione, la cui dignità consiste nell'intelligenza. Questa convinzione aveva guidato per secoli l'umanità, ma era entrata in crisi dal Rinascimento e Riforma protestante, formando 2 posizioni:
- atea → sfocia nel nichilismo e nello scetticismo
- cristiana → efficace capacità di risposta ai problemi se rinnovata nella forma di UMANESIMO INTEGRALE (→ rispettoso dell'integrità dell'individuo e accetta il positivo che c'è nelle diverse concezioni)
Maritain ritiene che di fronte all'educazione contemporanea ci siano 2 vie:
- individuo colto nella sua finitezza → scopo educazione: funzionalistico (adattarlo alla vita sociale)
- persona proiettata verso l'infinito → scopo educazione: conseguimento della dignità
Lo studioso afferma che i soggetti dell'educazione sono 2:
- educando → (agente primo chiamato ad allearsi)
- educatore → (attore che promuove l'educazione
L'educazione dell'essere umano è necessariamente anche educazione del cittadino.
↳ essa inoltre un processo/evento che si compie entro una dimensione umana rivolgendosi alla filosofia per comprendere verso quali fini orientare l'uomo educandolo
Nella pedagogia maritainiana è fondamentale la distinzione tra "INDIVIDUO" e "PERSONA", a differenza dell'umanesimo naturalista e socialmarxista.
La pedagogia è chiamata a formare "l'uomo del mondo" e a sostenerlo nella sua introduzione al senso religioso.
Errori pedagogici:
- sbilanciamento dei fini educativi a vantaggio delle tecniche
- pragmatismo
- sociologismo (→ attività umana determinata solo da fatti e circostanze sociali)
- intellettualismo (→ più importanti i fattori intellettivi e razionali rispetto a quelli intuitivi e affettivi)
- volontarismo (→ superiorità della volontà sull'intelletto)
- riduzione dell'educazione a solo istruzione
A questi errori Maritain oppone la sua proposta di educazione integrale fatta coincidere con "l'educazione liberale".
Secondo lo studioso occorrerebbe ripristinare nei moderni corsi di studio gli obiettivi degli studenti medievali così da assicurare un'ampia formazione culturale e disinteressata
Il programma andrebbe accompagnato dalle seguenti regole pedagogiche:
- promuovere le buone energie degli allievi
- formazione dell'interiorità profonda e dei sentimenti
- rivolgersi all'essere umano inteso come insieme unitario di corporeità, intelligenza, sentimenti, apertura verso l'infinito
- assicurarsi che le conoscenze siano realmente apprese e non solo memorizzate
Antonio Gramsci
↳ esigenza si rafforzò dopo il 1917 (Rivoluzione bolscevica)
La questione pedagogica fu affrontata anche da studiosi marxisti in Paesi non comunisti, per esempio chiara da Antonio Gramsci: intellettuale comunista auspicò una scuola unica iniziale rigorosa e uguale per tutti, nella quale studiare ed esercitarsi in attività manuali.
"NUOVO UMANESIMO" centrato sulla storia dell'uomo e sul progresso delle scienze
Lo scopo dell'educazione è trasmettere un'ideologia; da qui nasce l'idea di scuola creativa, diversa da quella individualistica.
Célestin Freinet
Anche il comunista Célestin Freinet auspica a costruire "l'uomo nuovo" valorizzando le risorse personali agli alunni, il rispetto della loro fantasia e creatività, la socializzazione e la partecipazione attiva alla vita sociale.
Gli scritti di Freinet si basano sulle attività sperimentale con gli allievi e sulla messa a punto di apposite tecniche:
- testo libero → si basa sull'esperienza concreta e non ci sono costrizione sull'argomento e sulle modalità
- testo libero collettivo → esito di una discussione e negoziazione tra gli alunni sui concetti
- schede progressive e autocorrettive → promuovono l'autoapprendimento individuale
L'idea pedagogica di Freinet è centrata sul doppio scopo di valorizzare le capacità potenziali degli alunni è di realizzarle entro l'orizzonte politico di una "pedagogia popolare" (→ promozione di una coscienza politica sei ceti popolari coincidenti con il pensiero marxista).
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