PEDAGOGIA - Come formare gli italiani nell'Italia unita

La diffusione della scuola dovette scontare i timori e i tentennamenti del ceto dirigente liberale che, da un lato percepiva l'importanza e la conseguente urgenza della "società alfabeta", dall'altro temeva che un eccesso di scuola potesse modificare o addirittura sconvolgere gli equilibri sociali.


"Fatta l'Italia" occorre "fare gli italiani" → Massimo d'Azeglio 

Italiano doveva in primo luogo essere chi già si sentiva parte attiva e forte della comunità nazionale ed era perciò chiamato da un preciso dovere civico a ripiegarsi paternalisticamente verso il popolo per trasmettergli i nuovi valori della società borghese e liberale, ovvero la società della modernità.


Cuoco fu il primo a sottolineare con chiarezza lo stretto rapporto fra il problema nazionale e la diffusione della scuola e dell'educazione popolare in diretta continuità con la precedente esperienza riformatrice illuminista.

Secondo Cuoco, non ci possono essere ordine sociale e comunanza di sentimenti civici se non si provvede a creare un sistema educativo aperto al popolo degli inferiori.


L'osservazione della realtà suggerisce a Cuoco la necessità di una doppia organizzazione scolastica:

- per gli abitanti della campagna

- per gli abitanti della città 

queste due "categorie" hanno risorse diverse e interessi diversi 


Giuseppe Mazzini riprese alcuni aspetti del progetto educativo di Cuoco, concordando nel ritenere il problema del rinnovamento politico dell'Italia una questione essenzialmente etica ed educativa. Senza la formazione di un popolo consapevole dei valori nazionali, sarebbe stato impossibile pensare al "risorgimento" dell'Italia.

Mazzini nacque a Genova nel 1805 e la sua vita si dipanò nella militanza politica. 

Nel 1831 fondò: 

- la Giovine Italia → creare una generazione di giovani patrioti promotori a vasto raggio di nuovi sentimenti mediante l'azione educativa.

- la Giovine Europa 



Nel 1837 Mazzini si trasferì in Inghilterra ove agì su più piani: 

- a livello politico → un'intensa iniziativa di sensibilizzazione sui problemi italiani

- a livello sociale → fondò l'Unione degli operai italiani e diede vita al giornale «Apostolato popolare» 

- a livello educativo e scolastico → l'apertura nel 1841 di una scuola gratuita per fanciulli e adulti                                                                         analfabeti

Dal 1847 al 1858 prese parte in vario modo alle vicende italiane di quegli anni. Dopo l'unificazione tornò in Inghilterra, dedicandosi all'organizzazione degli operai in contrasto con il formarsi dei primi gruppi socialisti e anarchici. Mori a Pisa nel 1872.



Il fine dell'educazione del popolo era individuato nella presa di coscienza delle nuove esigenze poste dalla storia e nel riconoscimento della tradizione nazionale. L'educazione del popolo veniva associata all'impegno militante e finalizzato alla preparazione politica e alla partecipazione democratica. 

L'idealizzazione della nazione come esperienza nella quale si manifesta il volere si sarebbe saldata nei fatti con la tesi dell'eticità dello stato elaborati da studiosi e politici neohegeliani


Da qui l'istruzione pubblica viene concepita come uno dei compiti essenziali dello Stato 

Pedagogisti ed educatori cattolici-liberali  → credenti che ritenevano auspicabile la conciliazione tra fede religiosa e liberismo politico

Uno di questi fu Antonio Rosmini: nato nel 1797 a Rovereto, filosofo e uomo di chiesa, nel 1828 diede vita all'istituto della carità e promosse la costituzione di congregazioni femminili. 
A lui venne affidato il compito di perorare la causa dell'unità d'Italia contro l'Impero austriaco presso il papa Pio XI


mette in dubbio l'ortodossia del suo pensiero filosofico e teologico 

Rosmini cercò di elaborare un sistema di pensiero alternativo volto a superare il relativismo e il soggettivismo 

relativismo: relatività delle conoscenza umana e negano che sia possibile conoscere verità assolute o principi universali 

soggettivismo: a natura delle conoscenze e soggettiva, non esiste un sapere universale 

Il proposito di Rosmini fu quello di salvaguardare la dimensione trascendente dell'antropologia cristiana. 
Egli in vitò una riorganizzazione organica del sapere, al cui centro pose la persona umana e l'interrogativo sul suo essere → fulcro della sua concezione filosofica


Visione spiritualistica della persona in cui l'uomo, a immagine di Dio emerge come un valore intrinseco



Principio unitario di intelligenza, di sentimento e di volontà → l'uomo è costituito nella potenziale totalità del suo essere dalla capacità di intendere, di sentire e di volere.


Queste tre parti formano una "perfetta unità": 

volontà → facoltà decisiva


Nel perfezionamento della volontà, si perfeziona tutto l'uomo; educandolo sul piano morale, lo si educa in prospettiva integrale. 

Lo scopo dell'educazione è principio di ordine e quello di unità. 

Conseguenze: 

religioso → prospettare un'idea di cristianità e di Chiesa ispirata al modello comunitario dei primi secoli. La fede la Chiesa non potevano più essere poste al servizio del potere ma che occorreva che si configurassero come mission e servizio all'uomo e alla società. 

politico →  l'educazione e l'istruzione erano necessità giustificate dalla modernità borghese o dalle contingenze economiche e dignità stessa della persona. L'educazione intesa come un diritto inalienabile della persona. 

pedagogico →  garantire un'educazione diffusa anche tra il popolo proprio in nome dell'uguaglianza sostanziale. 

didattica →  la mente umana non era una tabula rasa. 


Rosmini enunciò il principio della gradazione → concatenamento delle conoscenze a partire da quelle elementari. 
Con la legge della gradazione egli cercava di trovare un metodo universale, per incrementare i processi di scolarizzazione dei ceti popolari. 

Laboratorio dell'educazione italiana - Torino 



La riflessione rosminiana agì particolarmente su un gruppo di uomini di scuola, studiosi di pedagogia e anche personalità politiche, che operò a Torino.


A essi si deve l'avvio del processo di modernizzazione del sistema scolastico del Regno di Sardegna, poi destinato a tradursi, dopo il 1860, nel sistema scolastico italiano. 

→ Nel 1848 fu approvata la legge istitutiva del ministero della Pubblica Istruzione che segnava il passaggio delle scuole dall'autorità della Chiesa a quella dello Stato.
L'educazione della persona riconosciuta non come concessione, ma come diritto

→ Allo stesso tempo fu predisposto un vasto piano per la preparazione dei maestri. 

→ Il piano di rinnovamento scolastico fu completato con l'avvio di un'editoria scolastica.

Le esperienze maturate in Piemonte tra il 1848 e il 1959 furono la base della legge del 1859, detta legge Casati, che costituì il fondamento giuridico della scuola italiana dopo l'Unità e fino al 1923. 

Nel 1848 don Giovanni Bosco aprì un oratorio per i giovani, luogo di educazione e di istruzione, di ricreazione e di formazione religiosa, di studio e di avviamento al lavoro. 

I principi intorno a cui agirono don Bosco e i salesiani:  

prendersi cura dei giovani

educazione preventiva
 
valorizzazione del tempo libero




Laboratorio di educazione italiana - toscana


La figura di maggior spicco fu Raffaelo Lambruschini: nacque a Genova nel 1788. Non condividendo le direttive politiche della Chiesa di Roma, lasciò la carriera ecclesiastica. 
Diede vita nel 1829 a un istituto scolastico per i figli di buona famiglia e, al tempo stesso, si dedicò all'educazione dei contadini. 
Fondò il primo giornale pedagogico italiano. 

La sua pedagogia → coltivazione della libertà personale. 


Le pratiche educative esaltavano il rispetto della libertà contro consuetudini correnti che puntavano soprattutto sulla forza dell'autorità. 

Il pedagogista toscano individuò nell'equilibrio tra autorità e libertà la forza della "buona educazione".

L'educazione è  l'esito della cooperazione tra l'educatore e il soggetto che cresce. 
Il compito del primo è quello di esercitare una vera maieutica di tipo socratico in modo da liberare e sostenere i buoni germi presenti nel discepolo  intento di far crescere il senso di Dio nella coscienza personale

L'accostamento tra cultura e prospettiva rivoluzionaria costituì uno dei pilastri dell'iniziativa dei socialisti.


Essi miravano a sviluppare nell'individuo, mediante la formazione di forti sentimenti altruistici, allo scopo di creare una società ispirata ai valori collettivi previsti da Marx


I socialisti basarono la loro azione su una "sociologia scientifica". 

Per gli adulti fu lo stesso Partito socialista ad aprire scuole centrate sulla conoscenza dei testi fondamentali per l'azione politico-rivoluzionaria  e sulla discussione politica. Favorì anche i processi strumentali del leggere e del scrivere, la capacità di sistemare le proprie conoscenze e di argomentarle.  


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